"Il coraggio di Adele" - Blog Fondamenta
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Scuola di recitazione Roma

“Il coraggio di Adele”

“Il coraggio di Adele”

“Il coraggio di Adele”
Regia e Drammaturgia di Giampiero Rappa

 

Nel bel mezzo di una guerra, Lucas, rimasto ferito, trova rifugio in una vecchia baracca abbandonata persa nella campagna. Ed è in quella vecchia baracca che poco dopo Adele, anch’essa intenta a cercar riparo dai bombardamenti, troverà e accudirà Lucas. I due così iniziano a condividere fame, freddo e speranze. Nel frattempo Adele continua a scrivere lettere d’amore al suo amato lontano, mentre Lucas inizia a intuire come lei si prenda cura di lui con libero trasporto.

E così arriva la notte in cui i due, immersi ma allo stesso tempo dispersi nell’ostilità della guerra, condividono passione, paura e solitudine. Due persone così diverse per la società (lei sognatrice borghese, lui carnale fotografo) ma così uguali nello spirito e nell’anima.

Una semplice storia d’amore risaltata da uno spazio angusto e provvisorio, in un tempo indefinito e impalpabile, rendono la storia quasi mitologica. Il titolo cita la parola “coraggio”, e dove c’è coraggio c’è anche orgoglio. Ed è l’orgoglio a rovinare i rapporti . In questo caso “l’orgoglio coraggioso” che mostra Lucas è in realtà “paura di aver coraggio”.

Ciò che trasmette è ignoranza ed egoismo, come quando di nascosto, mentre Adele riposava, prese e lesse il suo diario. L’amore è il sentimento più fragile, più intimo e prezioso, basta un attimo di debolezza per spaccarlo in mille pezzi e gettarlo al vento, così all’improvviso. L’amore è comprendere la libertà di ognuno e condividerla insieme. Un uomo nel suo percorso di vita, sbaglia e matura, sbaglia e matura, continuamente. Ma quell’essenza che vive dentro di lui non cambierà, e quando due essenze si incontrano e si amano, lo faranno per il resto della loro vita, anche se lontane e perse nei loro destini.

Un dramma ironico, dove da un momento all’altro potresti ridere come piangere. E’ questa la forza drammaturgica dell’opera di Giampiero Rappa, interpretata con chiarezza e semplicità da Arianna Scommegna e Filippo Dini, è proprio questa ironia nel dramma che fuoriesce in tutta la durata dello spettacolo, nelle battute “bonarie” di Lucas che non spezzano la tensione ma la valorizzano, dandoci quel sapore della tradizione ironica ligure, che si nasconde anche dietro situazioni impensabili, come questa. Quell’ironia che inevitabilmente accomuna le persone più sensibili, che andando a scavare nel profondo delle cose, delle persone e delle situazioni spesso si ritrovano a vivere nelle contraddizioni.

Gregorio Braguzzi.

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